Pagelle Amstel Gold Race 2025: dall’uovo di Pasqua esce la sorpresa Skjelmose – Pogačar è umano, Evenepoel è definitivamente tornato, Van Aert è sempre piazzato

Mattias Skjelmose (Lidl-Trek), 10 e lode: Che fosse un corridore di qualità non lo scopriamo certo oggi, ma mettersi alle spalle il campione del mondo e quello olimpico nella stessa gara è da fenomeno. Il danese non sbaglia nulla, sceglie il momento giusto per lanciarsi all’inseguimento di Pogačar e poi, una volta raggiunto da Evenepoel, resiste alla sua ruota, cercando quando può (e quando riesce) di collaborare con il belga. Nel finale prova anche un po’ a rilanciare l’azione per non far rientrare gli inseguitori, dicendosi pronto, come ammesso nell’intervista, ad accontentarsi di un piazzamento sul podio. In realtà, forse anche perché un po’ sottovalutato dagli altri due (che avevano anche speso molto) alla fine tira fuori dall’uovo di Pasqua una bella sorpresa, trovando le ultime energie per sprintare e riuscendo a rimontare negli ultimi metri lo sloveno, regalandosi una vittoria che non scorderà tanto presto.
Remco Evenepoel (Soudal Quick-Step), 9,5: La sua prestazione ci può far dire che è definitivamente tornato dopo il lungo stop per infortunio. Solo lui poteva riaprire la corsa e andare a recuperare mezzo minuto a un Pogačar che, seppur un po’ meno efficace del solito, costringe quasi sempre gli altri a lottare per il secondo posto quando attacca da lontano. Il belga alla fine si dimostra fin troppo generoso, facendo il grosso del lavoro all’inseguimento e anche nel finale, rendendo comunque difficile la vita allo sloveno e a Skjelmose in volata nonostante sia costretto a iniziarla dalla testa. Una gara “monstre” la sua, considerando che è anche caduto a un centinaio di chilometri dal traguardo e che ha dovuto inseguire per un po’, ma questo è solo l’inizio: nei prossimi mesi ci farà divertire tanto anche lui.
Tadej Pogačar (UAE Team Emirates XRG), 8,5: Tutto sommato, pure il fenomeno sloveno è un essere umano. Anche oggi sembrava prospettarsi l’ennesimo show da parte sua, dopo aver lasciato lì Alaphilippe a poco più di 42 chilometri dal traguardo; invece, il campione del mondo non riesce mai a guadagnare più di 30″ sugli inseguitori e, soprattutto, non sembra avere la solita pedalata, apparendo un po’ a corto di energie. Comprensibile, dopo le fatiche delle scorse settimane, ma è sicuramente stato strano vederlo per una volta rimontato e poi battuto. Ogni tanto, forse, anche lui dovrebbe gestirsi un po’ di più.
Michael Matthews (Team Jayco AlUla), 7,5: Passano gli anni, ma l’australiano c’è sempre e riesce sempre a fare risultato. Non potendo seguire i più forti, si accontenta di correre di rimessa con la speranza che per una volta davanti si studino un po’, cosa che effettivamente un po’ accade nel finale. Il suo gruppetto è però comunque troppo lontano per rientrare e alla fine il 34enne può solo sprintare per il quarto posto, venendo battuto da Van Aert ma cogliendo l’ennesimo importante piazzamento.
Louis Barré (Intermarché-Wanty), 7,5: Risultato prestigioso per il 25enne transalpino, che dopo aver già ottenuto qualche piazzamento in alcune corse minori riesce oggi a restare con i migliori. Prova anche a muoversi nel finale e infine coglie un bel sesto posto, dimostrando di possedere buone qualità.
Romain Grégoire (Groupama-FDJ), 7: Si conferma tra i talenti più interessanti e, nonostante la giovane età, corre ormai come un corridore maturo, con intelligenza e senza spendere troppo. Se riuscirà a fare un ultimo passo in avanti, tra qualche anno non si limiterà a correre per un piazzamento ma lotterà per la vittoria su questo e altri traguardi.
Wout Van Aert (Visma | Lease a Bike), 7: Nelle ultime cinque gare ha messo insieme due secondi e tre quarti posti, compreso quello odierno; per un corridore dal palmares diverso dal suo sarebbero anche ottimi risultati, ma lui non può essere soddisfatto sino in fondo e, soprattutto, non può e non deve accontentarsi. In ogni caso, se è vero che non è quasi mai nel vivo dell’azione ed è spesso costretto a inseguire, bisogna riconoscere che si piazza sempre (così come il compagno di squadra Tiesj Benoot, 6,5): chissà, magari prima o poi la ruota (e anche la gamba) girerà a suo favore.
Joseph Blackmore (Israel-Premier Tech), 6,5: Già alla Freccia del Brabante ci aveva provato seguendo l’attacco di Evenepoel e Van Aert, finendo per “bruciarsi” per essersi avvicinato troppo al sole. Oggi, invece, si gestisce meglio e riesce a restare nel gruppetto dei migliori fin quasi alla fine, confermandosi giovane di buone prospettive.
Thibau Nys (Lidl-Trek), 6,5: Il primo impatto con una classica importante e dal chilometraggio elevato è stato sicuramente positivo per il 22enne figlio d’arte. Resta in ballo a lungo per un piazzamento tra i primi dieci, cedendo solo nel finale, ma il 12° posto a 49″ dal terzetto che si gioca la vittoria è un risultato dal quale partire per poter, nel prossimo futuro, entrare nell’élite.
Julian Alaphilippe (Tudor Pro Cycling Team), 6: Per alcuni chilometri ci illudiamo che sia tornato l’Alaphilippe dei tempi migliori, ma il momento dura poco. Dopo aver dato fuoco alle polveri a poco meno di 48 chilometri dal traguardo, con il solo Pogačar a seguire la sua ruota, l’ex campione del mondo non riesce a rispondere alla progressione dell’attuale maglia iridata e finisce poi per scivolare indietro, chiudendo 20° e con un ritardo importate. Ma almeno ha il merito di averci provato, e chissà che la sua azione non si sia rivelata in fondo decisiva, dato che ha “costretto” Pogačar a esporsi prima di quanto pianificato.
Tom Pidcock (Q36.5 Pro Cycling Team), 5,5: Un anno fa esultava su questo traguardo, che gli ha già regalato altri due piazzamenti sul podio, oggi si deve accontentare del nono posto e senza riuscire ad incidere particolarmente. Alla partenza aveva dichiarato di sperare in una giornata migliore rispetto alla Freccia del Brabante, ma così non è stato.
Ben Healy (EF Education-EasyPost), 5: Indubbiamente è tra i corridori più generosi e che più si impegnano, ma come spesso gli capita sbaglia i tempi e spreca tante energie in attacchi che alla fine gli portano in dote solo un 10° posto. Troppo poco, soprattutto dopo tanto lavoro dei compagni di squadra.
Alex Aranburu (Cofidis), 4,5: Dopo l’ottimo Giro dei Paesi Baschi ci si poteva aspettare di vedere il campione spagnolo lottare per un bel piazzamento. E invece si spegne presto, a più di 50 chilometri dalla conclusione, non portando neanche a termine la corsa.
Marc Hirschi (Tudor Pro Cycling Team), 4,5: Lo scorso anno qui aveva colto il secondo posto e in questo tipo di classiche era sempre protagonista. Per ora, invece, in questo 2025 l’elvetico sembra arrancare, confermandosi lontano dalla sua versione migliore dopo aver corso anche un Giro dei Paesi Baschi abbastanza deludente.
Red Bull-Bora-hansgrohe, 4,5: Si conferma una campagna delle classiche da dimenticare per la formazione tedesca. È vero che oggi sono anche sfortunati, dato che perdono il loro uomo di punta, Maxim Van Gils, a causa di una caduta, ma portare un solo corridore al traguardo e al 72° posto (su 79 giunti all’arrivo) è davvero troppo poco.
Christian Scaroni (XDS Astana), sv: La gara odierna rappresentava il suo rientro alle corse dopo lo stop conseguente alla caduta alla Strade Bianche, ma anche oggi il bresciano è sfortunato e deve abbandonare a causa di una caduta.
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